Ritorno

Sono quasi esattamente 12 giorni che mi trovo in Italia. Attualmente sono a Roma, non dispongo nè di un PC nè di una connessione a internet fissa.
Mi è pesato tantissimo tornare. Mi manca Lisbona, mi mancano tutte le persone che ho conosciuto, e l'impatto che ho avuto con il ritorno a casa è stato talmente stressante, che da Genova sono ripartita quasi immediatamente per un altro viaggio.
Mi sento ferma e distratta, nonostante io sia in costante movimento, anche adesso.
Sono stata nel mio piccolo rifugio a Vallecrosia, ho fatto un'altra piccola escursione in bici, sono stata a Milano, mi sono mossa verso l'Abruzzo, che non avevo mai visitato e che mi ha incantata. Mi trovo a Roma, città che ho scoperto troppo tardi e che mi ha sorpresa dalla prima volta in cui l'ho vista a febbraio. Domani parto per Napoli, passerò per Pompei, perchè quest'anno ho proprio voglia di fare un'overdose di rovine archeologiche, e infine, già che Genova mi continua a stare stretta, tornerò a Vallecrosia immediatamente.
Ho un sacco di cose da fare, come sempre, eppure rimango intorpidita a fissarle senza agire.
Mi devo dare una svegliata, ma è difficile farlo lontana dal luogo che più mi ha svegliata in questo ultimo anno.
Essere lontana da Lisbona è una sensazione strana; non mi sento più a casa da nessuna parte, è tornata la sensazione di precareità che mi ha accompagnata per i primi mesi lisbonesi, e la crisi nera riguardo al futuro non è mai finita. Ho tante idee, talmente tante che mi sogno persino di notte come realizzarle.
Vorrei aver già finito l'università. Vorrei svegliarmi domani mattina e realizzare di aver finito gli esami, la tesi, e di dover fare solo la presentazione. Vorrei svegliarmi domani mattina e realizzare che tutti i problemi che mi sto creando riguardo al mio futuro siano solo una bolla di sapone. Vorrei svegliarmi domani mattina a Lisbona, nella mia stanza gialla con le tende rosse, aprire la finestra e vedere quel cielo blu, che non ho mai ritrovato altrove.
Vorrei fare colazione con un pastel de nata, passegiare a Parque Eduardo VII e godermi la città dal punto più alto.
Vorrei svegliarmi domani mattina sapendo che non dovrò mai più tornare a Genova, che non dovrò mai più viaggiare avanti e indietro tra il mio posto nel mondo e un altro luogo.
Ogni mattina realizzo di essermi svegliata in una città che non è Lisbona, in un letto che non sento più mio, che ho ancora due esami da fare, una tesi da finire di scrivere e un sacco di questioni insospese da risolvere.
Mi sveglio al mattino e sono contenta di essere dove sono, anche se so che sarei molto più felice sapendomi altrove.
E' stata dura realizzare che era tempo di tornare a casa, è stata dura salutare tutti, è stata dura impacchettare tutta la mia roba per dire addio a quella stanza a Campolide.

Vorrei andare e non tornare più.

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